In questo breve scritto si parla di come affrontare con i bambini i traumi ambientali o familiari. Spesso i genitori si chiedono come aiutare i figli ad affrontare al meglio situazioni ipoteticamente traumatizzanti.
Quest’anno la parola trauma si lega anche al covid-19, i genitori oltre a gestire le proprie paure e i propri stati d’animo legati alla pandemia sono stati contemporaneamente maestri, lavoratori, educatori ed ancor più del solito si sono chiesti come gestire l’emotività dei propri figli.
L’associazione EMDR, sempre pronta a far fronte alle emergenze, ha riassunto alcune delle reazioni più comuni dei bambini di fronte agli eventi traumatici ed ha creato un piccolo elenco di consigli utili per i genitori che vi riassumo qui di seguito.
Nelle situazioni di emergenza, quando un evento critico ci colpisce, si crea una situazione di elevata emotività, che riguarda l’individuo e l’intera comunità.
I bambini sono vulnerabili così come gli adulti e hanno buone abilità nel fronteggiare situazioni difficili, purché supportati adeguatamente.
Le reazioni agli eventi traumatici possono essere molteplici, soprattutto nei primi giorni.
In momenti di pericolo i bambini hanno bisogno di ricorrere alle figure di riferimento, ma quando anche queste sono esposte allo stesso evento, i bambini potrebbero perdere sicurezza in qualcuno che fornisca loro rassicurazione. È importantissimo che gli adulti possano trovare uno spazio psicologico di aiuto per fronteggiare le proprie normali reazioni da stress e restituire ai figli la sicurezza emotiva necessaria.
I bambini esprimono i loro sentimenti in maniera differente rispetto agli adulti e in forme diverse anche tra di loro, soprattutto in base all’età e alla fase di sviluppo. I bambini soffrono un po’ alla volta: possono manifestare reazioni emotive e comportamentali piuù discontinue e intermittenti. Ad esempio, possono avere forti crisi di rabbia o pianto e poco dopo sembrare non coinvolti nel dolore al punto da sembrare indifferenti. La percezione degli adulti potrebbe essere “stanno giocando come prima, hanno superato tutto”. Spesso i bambini possono entrare pienamente nel gioco per poi avere altre finestre di dolore aperte (incubi notturni, paure improvvise, ecc…)
Le reazioni più comuni e normali:
• Spesso lo stress si manifesta in forma di rabbia e irritabilità che può essere diretta alle persone più vicine a loro (genitori, amici). Bisogna tenere presente che la rabbia è un sentimento sano e può essere espressa in modo accettabile.
• Il dolore si esprime attraverso il comportamento: in base all’età è possibile che i bambini non esprimano verbalmente le preoccupazioni. Possono diventare irritabili, avere problemi di concentrazione, inscenare con il gioco momenti dell’evento che hanno affrontato, fare disegni che rappresentano momenti vissuti. Potrebbero manifestare nuove paure o comportamenti tipici di fasi precedenti della crescita.
• Difficoltà nel dormire e/o difficoltà nell’alimentazione
• Mancanza di energie
• Maggior bisogno di attenzione da parte del genitore o delle figure di riferimento. I bambini possono fare più fatica a distaccarsi dai genitori perché temono che possa accadere qualcosa di brutto.
Cosa fare:
• Dire la verità attenendosi ai fatti. Non cercare di far finta che l’evento non sia accaduto, né cercare di banalizzarlo. I bambini sono osservatori attenti e si preoccuperanno di più se percepiranno incongruenze. Non dilungarsi sulla dimensione o sulla portata dell’incidente, in particolare con i bambini piccoli.
• Usare parole semplici e adatte all’età, non sovraesporli a dettagli traumatici e lasciare molto spazio alle domande. Se si è in difficoltà si può prendere tempo dicendo: “La mamma non lo sa, si informa e appena avrà’ informazioni più’ accurate ti dirà tutto per bene ok?”
• Illustrare ai bambini che si trovano ora al sicuro e che anche gli altri adulti importanti della loro vita lo sono.
• Ricordare che ci sono persone fidate che si stanno occupando di risolvere le conseguenze dell’evento e stanno lavorando per assicurare che non avvengano ulteriori problemi di questo genere.
• Dimostrare un atteggiamento di disponibilità, vicinanza fisica, cercando di parlare con voce rassicurante.
• Far sapere ai bambini che sentirsi sconvolti, avere paura o essere preoccupati è normale.
• Non negare loro i propri sentimenti. Spiegare che è normale che anche gli adulti abbiano delle reazioni emotive dopo un evento così inaspettato e che tutte le reazioni sono normali e gestibili. In questo modo i bambini avranno un modello di riferimento, impareranno che possono fidarsi di voi e che potranno comunicarvi i loro stati emotivi.
• Lasciare parlare i bambini dei loro sentimenti e rassicurarli che, anche se tutto è molto brutto, insieme le cose si possono affrontare.
• Se il bambino ha crisi di rabbia, esprimere a parole i motivi della rabbia può aiutarlo ad acquisire un maggior controllo imparando a regolarla (“Sei arrabbiato? Lo sai che anche la mamma è molto arrabbiata?!”).
• Se il bambino manifesta sensi di colpa, è importante rassicurarlo sulla sua completa estraneità agli eventi (“Non è colpa tua se…”).
• Non usate frasi come: “ So come ti senti”; “poteva andare peggio”; ”non ci pensare”; “sarai più forte grazie a questo”. Queste espressioni che tutti noi adulti utilizziamo per rassicurarci e rassicurare possono ostacolare la manifestazione delle emozioni e dei vissuti dolorosi conseguenti ad un evento catastrofico.
• Non agite come se nulla stesse accadendo. Il ritorno alla routine è importante perchè rassicurante. Meglio non fare troppi regali o attività extra, il ritorno alle proprie abitudini è quanto di più naturale e sano si possa fare, finché questo non avverrà bisogna rassicurare e mantenere per quanto possibile la routine familiare.
• Non lasciate i bambini da soli davanti alla TV o alla radio. Le persone esposte hanno un naturale bisogno di dare un significato all’accaduto e per questo passano molto tempo a ricercare notizie. Non bisogna negare ai bambini la possibilità di vedere o ascoltare le notizie ma bisogna scegliere un momento durante il giorno per consultare insieme le informazioni (facendo prima una selezione), restare accanto ai bambini e spiegare loro esattamente cosa stanno ascoltando e vedendo. Concentrare l’attenzione sui dettagli più rassicuranti (ad esempio i medici che stanno aiutando) e dare in seguito tutto il tempo necessario affinché il bambino possa fare domande.
Se le reazioni faticassero a rientrare e non notate un miglioramento, è utile rivolgersi a professionisti preparati che possano aiutarvi a fronteggiare al meglio lo stress dei vostri bambini.
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